8 marzo: è ora di modificare il codice penale in materia di stupro

7 Marzo 2025

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Alla vigilia della Giornata internazionale delle donne, Amnesty International Italia – che nel 2025 celebra 50 anni di attività in favore dei diritti umani – ha rilanciato il proprio appello alle istituzioni affinché venga modificato l’articolo 609-bis del codice penale in materia di stupro.

 

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L’attuale norma prevede che il reato di stupro debba essere necessariamente collegato a violenza, minaccia, inganno e abuso di autorità, senza menzionare in alcun modo il principio del consenso sempre più affermato a livello internazionale, a partire dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul).

L’Italia ha ratificato nel 2013 la Convenzione di Istanbul, impegnandosi dunque ad applicare la definizione di stupro come “rapporto sessuale senza consenso” e il principio che il consenso “deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto”.

Lo stupro e altri reati sessuali costituiscono un grave attacco all’integrità fisica, mentale e all’autonomia sessuale. Sono violazioni dei diritti umani in sé e compromettono anche il godimento di una serie di altri diritti umani, come quelli alla vita, alla salute fisica e mentale, alla sicurezza personale, alla libertà, all’uguaglianza all’interno della famiglia e davanti alla legge, indipendentemente dall’identità di genere, nonché il diritto alla libertà da discriminazioni, maltrattamenti e torture.

Dal luglio 2020, quando Amnesty International Italia ha lanciato la campagna “Io lo chiedo”, nonostante numerose interlocuzioni governative e iniziative parlamentari nonché attività pubbliche e nelle scuole, non ci sono stati passi avanti sul piano legislativo.

Al contrario, nel corso degli ultimi anni, diversi stati europei hanno aggiornato le loro leggi, introducendo la definizione di stupro basata sul consenso: tra questi, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera.

Secondo una recente indagine realizzata e diffusa da Eurostat, Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali e Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, in Italia almeno il 31 per cento delle donne e ragazze ha subito una forma di violenza fisica e sessuale nella sua vita; di queste il 25,9 per cento denuncia di aver subito tali violenze (inclusa quella psicologica) da un partner.

“In questa ricorrenza così importante per noi, chiediamo che le istituzioni italiane facciano un decisivo passo avanti per i diritti umani su un tema su cui stentiamo a credere che ci siano divisioni politiche. L’Italia deve mettere da parte una legge obsoleta, riconoscendo che il sesso senza consenso è stupro: solo così si potrà procedere per prevenire e contrastare la violenza sessuale e migliorare l’accesso alla giustizia”, ha dichiarato Alba Bonetti, presidente di Amnesty International Italia.

Tra le altre iniziative in vista dell’8 marzo, Amnesty International segnala l’incontro “La stessa lotta, gli stessi diritti. Dall’Iran all’Italia, passando per la Palestina: storie di donne che lottano”, in programma il 7 marzo a Roma presso SpinTime.

 

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La serata prevede un dibattito con la partecipazione di: Jasmine Barri, artista visiva italo-palestinese, attivista e femminista; Daniela Ionita, rappresentante del movimento “Italiani Senza Cittadinanza”; Maysoon Majidi, attivista curda iraniana per i diritti delle donne; Parisa Nazari, attivista del movimento italo-iraniano “Donna Vita Libertà”. A seguire cena e dj set multiculturali a tema femminista.

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