Afghanistan: persecuzione di genere

10 Ottobre 2023

Marius Arnesen

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AFGHANISTAN: PERSECUZIONE DI GENERE

di Beatrice Gnassi, ufficio del portavoce

 

Da quando, nell’agosto 2021, i talebani hanno preso il potere in Afghanistan, le donne sono state colpite da un’oppressione istituzionalizzata e sistematica.

Attraverso una serie di annunci e provvedimenti, le donne sono state tagliate fuori dai ruoli pubblici e dal mondo del lavoro, le bambine sono state escluse dall’istruzione dopo la scuola primaria e le ragazze non hanno potuto proseguire gli studi all’università. Anche lo smantellamento dei programmi statali di sostegno alle sopravvissute alla violenza di genere ha compromesso i loro diritti. I decreti del 24 dicembre 2022 e del 4 aprile 2023 sul divieto di lavorare per le organizzazioni non governative e le Nazioni Unite hanno fornito ulteriori prove della discriminazione di genere. L’obbligo di essere accompagnate da un mahram (un guardiano) nei viaggi, di rimanere a casa se non strettamente necessario e i rigidi codici di abbigliamento violano i diritti fondamentali delle donne, diritti riconosciuti da numerosi trattati internazionali dei quali l’Afghanistan è stato parte, come il Patto internazionale sui diritti civili e politici, il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e la Convenzione sui diritti dell’infanzia. Donne e bambine subiscono inoltre pestaggi, torture e arresti arbitrari per i cosiddetti “reati morali”: vale a dire se infrangono le regole imposte dai talebani o se prendono parte a manifestazioni pacifiche, come ancora molte hanno il coraggio di fare, sfidando il regime.

 

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