Tujan al-Bukhaiti è una 17enne rifugiata yemenita in Giordania accusata di “blasfemia” e di “insulto al sentimento religioso” per alcuni suoi post sui social media.
Il 19 dicembre 2019 è stata interrogata dalla polizia minorile in seguito a una segnalazione dell’Unità giordana contro i crimini informatici.
Tujan ha risposto alle domande della polizia da sola, senza la presenza del suo avvocato e dei suoi genitori, in violazione alle norme previste per un giusto processo.
Durante l’interrogatorio, l’ufficiale responsabile ha aperto la sua pagina Facebook e ha fatto commenti offensivi riguardo alla sua famiglia.
Il processo a Tujan è iniziato il 16 gennaio 2020 ed è stato aggiornato dopo tre udienze. Se condannata, potrebbe dover scontare un mese di prigione.
Il governo giordano deve ritirare tutte le accuse contro Tujan perché sono infondate e violano il diritto alla libertà di espressione, ribadito nella Convenzione internazionale sui diritti civili e politici adottata anche dalla Giordania.
L’11 dicembre 2019, i dirigenti della scuola hanno convocato a colloquio Tujan: se avesse continuato a pubblicare quelle che hanno definito “credenze che non rappresentano la scuola” sui suoi social media sarebbe stata espulsa.
Dopo il suo rifiuto di sottostare a quell’ultimatum, la scuola ha vietato a Tujan di frequentare le lezioni.
Quel giorno, Tujan ha pubblicato un post per raccontare le ingiustizie che stava subendo.
La scuola ha risposto con una dichiarazione sulla sua pagina Facebook ufficiale negando le affermazioni di Tujan e accusandola di “diffondere pensieri tossici” tra i suoi compagni di studi.
A causa del processo in corso, Tujan ha dovuto perdere almeno tre giorni di scuola per partecipare alle udienze, che in seguito sono state rinviate a causa dell’assenza dei querelanti, i rappresentanti dell’Unità giordana contro i crimini informatici.
Tujan è stata anche costretta a sostenere gli esami in date diverse rispetto ai suoi compagni di classe perché l’amministrazione scolastica non le ha permesso di prendervi parte.
La Giordania ha ratificato la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e ha quindi l’obbligo internazionale di rispettare, proteggere e garantire il diritto alla libertà di espressione.
Tujan è indagata in base alla norma dell’articolo 11 della legge sui crimini informatici del 2015 che vieta la diffusione di presunti “contenuti diffamatori”.
Tuttavia, l’articolo 15 della costituzione giordana garantisce il diritto alla libertà di espressione.
Pertanto, criminalizzare i post sui social media di Tujan costituirebbe un pericoloso precedente contro tale diritto.
Minister of Justice Bassam al-Talhouni
Ministry of Justice
Amman, third round-about, 6040
1188
Email: info@moj.gov.jo
feedback@moj.gov.jo
Sua Eccellenza,
Tujan al-Bukhaiti è una diciassettenne yemenita rifugiata in Giordania, processata con l’accusa di “blasfemia” e di “insulto al sentimento religioso” per i suoi post sui social media in cui esprimeva le proprie opinioni su argomenti religiosi e intellettuali, condividendo i post di suo padre. Il 19 dicembre 2019 è stata interrogata dalla polizia minorile in seguito a una segnalazione dell’Unità giordana contro i crimini informatici. La polizia ha raccolto le sue dichiarazioni senza la presenza del suo avvocato e dei suoi genitori, violando il suo diritto a un giusto processo. Il processo a Tujan al-Bukhaiti è iniziato il 16 gennaio 2020 ed è stato aggiornato dopo tre udienze. Se condannata, potrebbe dover scontare un mese di prigione.
La esorto a garantire che tutte le accuse contro Tujan al-Bukhaiti vengano immediatamente ritirate, in quanto costituiscono una violazione del suo diritto alla libertà di espressione.
Cordiali saluti,