Javier Correa, Josè Domingo Florez e Luis Eduardo Garcìa sono tre leader del sindacato colombiano dell’industria alimentare SINALTRAINAL. A causa della loro attività hanno ripetutamente ricevuto minacce di morte ed attacchi dai gruppi paramilitari. Anche i loro familiari sono stati oggetto di intimidazioni.
Questi episodi sono parte di una più vasta azione di intimidazione che i gruppi paramilitari portano avanti nei confronti degli appartenenti al SINALTRAINAL: in particolare il 21 agosto del 2009 un altro membro del SINALTRAINAL, Gustavo Gomez, è stato ucciso da due uomini armati di pistola.
Le minacce e le violenze sono state rivendicate da gruppi paramilitari, in particolare quello denominato Aguilias Negras ( Aquile Nere).
Il programma di protezione del Ministero dell’Interno prevede misure fisiche di protezione per molti sindacalisti sotto minaccia, quali la presenza di guardie del corpo e maggiori livelli di sicurezza negli uffici dove questi rappresentanti svolgono la loro attività. Tuttavia, queste misure da sole non sono sufficienti a garantire una valida tutela dei diritti di questi individui, se le autorità preposte non si impegnano a porre fine all’impunità di cui godono le organizzazioni paramilitari artefici delle minacce e delle violenze ai danni dei sindacalisti.
Le richieste del SINALTRAINAL di indagini accurate hanno prodotto scarsi risultati e la maggioranza delle minacce e degli attacchi è rimasta impunita.
Presidente de la República
Señor Presidente Juan Manuel Santos
Palacio de Nariñio
Carrera 8 No.7-26
Bogotá
Colombia
Egregio Presidente,
Sono un sostenitore di Amnesty International, un’organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani ovunque siano violati.
Le chiedo di proteggere Josè Domingo Florez, Luis Garcia, Javier Correa, le loro famiglie e gli altri membri del Sinaltrainal, al fine di garantirne la sicurezza, nel rispetto della loro volontà.
La invito ad avviare indagini complete ed imparziali sulle minacce di morte dirette ai membri del SINALTRAINAL, rendere pubblici i risultati e portare i responsabili alla giustizia. La sollecito ad intraprendere un’azione decisiva per affrontare e smantellare i gruppi paramilitari che operano nella regione e rompere tutti i collegamenti con le forze di sicurezza, conformemente alle raccomandazioni delle Nazioni i Unite.
Le chiedo di implementare pienamente le raccomandazioni dell’ ILO dirette a garantire la sicurezza dei sindacalisti, porre fine all’impunità nei casi di violazioni dei diritti umani subite dai sindacalisti ed assicurare che l’ILO mantenga un focus prioritario sulla situazione dei diritti umani dei sindacalisti in Colombia. La invito ad applicare pienamente la Dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto e la responsabilità degli individui, gruppi ed organi della società di promuovere e rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali universalmente riconosciute, che riconosce la legittimità delle attività dei difensori dei diritti umani (inclusi i sindacalisti) e protegge il loro diritto a svolgere le loro attività senza restrizioni o paura di rappresaglie.
Le chiedo di ordinare una piena ed imparziale indagine sul’uccisione di Gustavo Gomez e condurre i responsabili alla giustizia.
La ringrazio per l’attenzione.
Il sindacato SINALTRAINAL è stato fondato nel 1982 per difendere e promuovere i diritti dei lavoratori colombiani del settore alimentare. Dalla sua fondazione, almeno 22 dei suoi iscritti sono stati uccisi o fatti scomparire. Dozzine di altri sono stati oggetto di attacchi o minacce per la cui gravità sono stati costretti a lasciare le loro abitazioni. In anni recenti, attacchi da parte di gruppi paramilitari o delle forze di sicurezza colombiane ai danni di questi rappresentanti sindacali si sono verificati mentre erano in corso vertenze lavorative tra quest’ultimi e importanti compagnie multinazionali. Molti membri del SINALTRAINAL, tra cui Javier Correa, impegnati in controversie davanti ai tribunali statunitensi contro le compagnie di imbottigliamento che operano sotto licenza della Coca Cola hanno ricevuto minacce. Altri appartenenti al SINALTRAINAL, che lavorano negli impianti della compagnia Nestlé- CICOLAT, oltre a ricevere minacce di morte per iscritto, hanno anche subito violenze.
L’11 settembre 2005 è stato rinvenuto il cadavere di Luciano Enrique Romero Molina, aveva le mani legate e più di quaranta ferite da taglio. Molina aveva partecipato ad azioni di protesta negli impianti della Nestlè- CICOLAT , nella municipalità di Valledupar, culminati con uno sciopero. Nell’ottobre di quell’anno avrebbe dovuto essere in Svizzera per testimoniare sulle minacce di morte ricevute dai rappresentanti sindacali dei lavoratori degli impianti della Nestlè- CICOLAT.
Negli ultimi vent’anni circa 2000 sindacalisti sono stati uccisi e circa 138 sono stati vittime di sparizioni forzate. Nel corso del quarantennale conflitto interno tra il governo colombiano e l’organizzazione armata delle FARC ( Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia), di ispirazione marxista-leninista, molti rappresentanti sindacali sono stati etichettati come “sovversivi” da parte delle forze di sicurezza e dei gruppi paramilitari, spesso in concomitanza con agitazioni o vertenze sindacali. A queste accuse sono seguite spesso violazioni dei loro diritti umani, incluse violenze ed uccisioni. Spesso le autorità colombiane non hanno investigato in maniera completa ed imparziale su questi casi; rappresentanti del governo colombiano hanno cercato di collegare le violenze e le minacce a dispute familiari o passionali, non all’attività sindacale delle vittime.
Il 1 giugno 2006, in seguito ad una missione tripartita dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), le autorità colombiane hanno firmato, assieme ai lavoratori ed i loro rappresentanti, l’Accordo tripartito per il diritto d’assemblea e la democrazia. Il documento prevede la costituzione di un ufficio locale dell’organizzazione con l’obiettivo supportare lo sviluppo di un programma per combattere l’impunità, promuovere e difendere i diritti fondamentali dei lavoratori e la libertà di associazione.
Tuttavia, non sono state stanziate sufficienti risorse a quest’organo per svolgere questa funzione ed è stato chiuso.
Il 23 giugno 2016 il governo colombiano ed il principale gruppo paramilitare, le FARC, hanno siglato un “cessate il fuoco” che dovrebbe aver posto fine ad un conflitto che durava da circa 50 anni; pur ritenendo tale evento “storico” Amnesty International ha sottolineato la propria preoccupazione per il possibile protrarsi degli attacchi dei gruppi paramilitari ai rappresentanti sindacali, delle comunità e delle popolazioni indigene. Ciò in quanto le ragioni alla base di tali episodi sarebbero estranee al conflitto. Per questo Amnesty International ha auspicato che l’attuazione dell’accordo comportasse anche l’adozione di misure dirette a proteggere i gruppi e le comunità dagli attacchi dei paramilitari, identificare i presunti autori di tali episodi e condurli dinanzi alla giustizia.
Ad ogni modo, sembrerebbe che la sottoscrizione del “cessate il fuoco” non abbia fermato le intimidazioni e gli attacchi. Con un comunicato del 10 febbraio 2017 il SINALTRAINAL ha denunciato l’attentato subito da Alfonso Baron, sindacalista di Valledupar, all’uscita da una riunione delle varie istituzioni ed associazioni impegnate nell’attuazione del “cessate il fuoco”