Il noto attivista egiziano-britannico Alaa Abd El Fattah ha trascorso gli ultimi anni in detenzione arbitraria solo a causa del suo attivismo e per aver esercitato i suoi diritti umani.
Alaa Abd El Fattah ha trascorso la maggior parte dell’ultimo decennio dietro le sbarre. Il 20 dicembre 2021, è stato condannato sulla base di accuse fasulle a cinque anni di carcere dopo un processo gravemente iniquo. Le violazioni dei diritti umani che ha subito non finiscono qui: Alaa ha subito torture e altri maltrattamenti, oltre al divieto periodico di visita ai familiari.
Le autorità egiziane continuano a negargli l’accesso alle visite consolari da parte di funzionari del Regno Unito.
Alaa Abd El Fattah rimane arbitrariamente detenuto nonostante abbia terminato la sua ingiusta condanna a cinque anni di carcere il 29 settembre 2024.
Da allora, la madre sessantottenne, Laila Soueif, è in sciopero della fame. Il 24 febbraio, dopo 149 giorni di sciopero della fame, è stata ricoverata in ospedale dopo che la glicemia e la pressione sanguigna sono state registrate a livelli pericolosamente bassi. Secondo un medico che l’ha visitata il 25 febbraio, la sua vita è in pericolo.
Alaa Abd El Fattah è un prigioniero di coscienza e deve essere rilasciato immediatamente e senza condizioni.
Alaa Abd El Fattah, noto attivista politico e critico del governo, è stato ripetutamente arrestato negli ultimi dieci anni, anche per il suo ruolo nella rivolta del 2011. Il 29 settembre 2019, agenti della National Security Agency (Nsa) lo hanno arrestato dalla stazione di polizia di Dokki, nel Grande Cairo, dove era costretto a trascorrere 12 ore ogni notte dopo il suo rilascio in libertà vigilata nel marzo 2019, dopo aver scontato un’altra ingiusta condanna a cinque anni di carcere. Più tardi, lo stesso giorno, l’avvocato per i diritti umani Mohamed Baker è stato arrestato da un ufficio della procura mentre assisteva alla sessione investigativa del suo cliente, Alaa Abd El Fattah. Per Alaa Abdel Fattah e Mohamed Baker è stata disposta la detenzione preventiva in attesa di indagini su false accuse di terrorismo.
Durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27), un coro di voci ha chiesto alle autorità egiziane di rilasciare Alaa Abd El Fattah, che all’inizio dell’evento, il 6 novembre 2022, era in sciopero della fame da sette mesi. Ad esempio, l’8 novembre, esprimendo profondo rammarico per il perdurare della sua detenzione, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha chiesto il suo rilascio immediato e ha esortato le autorità a fornirgli le cure mediche necessarie. Alaa Abd El Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile 2022 per protestare contro la sua ingiusta detenzione e il diniego delle visite consolari. Il 1° novembre 2022 ha intensificato lo sciopero della fame, smettendo di assumere le 100 calorie che consumava da aprile e il 6 novembre 2022 ha smesso di bere acqua. L’11 novembre 2022, Alaa Abdel Fattah ha perso i sensi sotto la doccia e, quando li ha ripresi, è stato trattenuto da un compagno di cella, circondato da una grande folla e gli è stato inserito un tubo nel corpo. In seguito a questa esperienza di quasi morte, ha deciso di non riprendere immediatamente lo sciopero della fame, ma ha promesso di continuare se “non ci sarà alcun movimento reale sul suo caso”.
Il 24 marzo 2023, il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha pubblicato le sue osservazioni conclusive sul rispetto da parte dell’Egitto degli obblighi derivanti dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, evidenziando diverse questioni sollevate sin dal 2013 da Amnesty International e da altri gruppi egiziani e internazionali per i diritti umani, tra queste la detenzione arbitraria e l’abuso della legislazione antiterrorismo per mettere a tacere i critici reali o presunti delle autorità egiziane.
Il 14 novembre 2023, la famiglia di Alaa Abd El Fattah ha presentato un appello urgente al Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle detenzioni arbitrarie per la sua continua e ingiusta detenzione.
Il 21 febbraio 2025, 25 organizzazioni della società civile egiziana e internazionale, tra cui Amnesty International, hanno firmato una lettera congiunta in cui si esorta il governo britannico ad aumentare la pressione sulle autorità egiziane affinché rilascino Alaa Abd El Fattah durante l’imminente 58a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, che si terrà dal 24 febbraio al 4 aprile.
Per Alaa Abd El Fattah e Mohamed Baker è stata disposta la detenzione preventiva in attesa di indagini su false accuse di terrorismo nell’ambito del caso n. 1356/2019 della Procura suprema per la sicurezza dello stato (Sssp), una divisione della Procura specializzata nelle indagini sulle minacce alla sicurezza nazionale.
L’Sssp ha avviato indagini su accuse simili nei loro confronti nell’ambito del nuovo caso n. 1228/2021, come parte di una strategia sempre più utilizzata dalle autorità, denominata “rotazione”, per aggirare il limite di due anni per la detenzione preventiva consentito dalla legge egiziana e prolungare indefinitamente la detenzione degli attivisti. Il loro processo nel caso n. 1228/2021 è iniziato il 28 ottobre 2021, insieme a un altro imputato: il blogger e attivista Mohamed Ibrahim Radwan “Oxygen”, anch’egli condannato con l’accusa di “diffusione di notizie false” in relazione a post sui social media e condannato a quattro anni di reclusione. I procedimenti davanti ai tribunali d’emergenza sono intrinsecamente ingiusti, poiché i loro verdetti non sono soggetti ad appello da parte di un tribunale superiore. Agli avvocati della difesa è stato impedito di comunicare con gli imputati in privato e di fotocopiare i fascicoli e i capi d’accusa. Il 3 gennaio 2022, il presidente ha ratificato il verdetto contro tutti e tre. Un documento visionato da Amnesty International indicava che la sentenza iniziava a decorrere dalla data di ratifica, anziché dalla data del loro arresto.
Alaa Abd El Fattah è stato detenuto in condizioni disumane nel carcere di massima sicurezza Tora 2, al Cairo, da settembre 2019 a maggio 2022. Le autorità carcerarie lo hanno tenuto in una cella piccola e poco ventilata e gli hanno negato un letto e un materasso. Le autorità carcerarie gli hanno inoltre negato materiale di lettura, esercizio fisico nel cortile della prigione, abbigliamento adeguato, radio, orologi, accesso all’acqua calda e qualsiasi oggetto personale, comprese le foto di famiglia. Il 12 maggio 2022, Alaa Abd El Fattah ha raccontato alla madre di essere stato picchiato mentre era ammanettato dal vice direttore del carcere di massima sicurezza Tora 2. Il 18 maggio 2022 è stato trasferito nel carcere di Wadi al-Natroun dopo una significativa pressione pubblica.
Il 19 luglio 2023, a seguito di un’intensa mobilitazione dei suoi sostenitori, Mohamed Baker ha ricevuto la grazia presidenziale dopo quasi quattro anni di detenzione arbitraria dovuta esclusivamente al suo lavoro per i diritti umani. Da quando il Presidente ha riattivato il Comitato presidenziale per la grazia nell’aprile 2022, le autorità egiziane hanno rilasciato prigionieri di coscienza di alto profilo e centinaia di altri detenuti per motivi politici. Tuttavia, migliaia di persone continuano a essere detenute arbitrariamente solo per aver esercitato i propri diritti umani, o a seguito di processi gravemente iniqui, o senza basi legali.
President Abdel Fattah al-Sisi
Office of the President
Al Ittihadia Palace
Cairo, Arab Republic of Egypt
Fax +202 2391 1441 E
mail: p.spokesman@op.gov.eg
Twitter: @AlsisiOfficial
Eccellenza,
Le scrivo per esprimere la mia profonda preoccupazione per il fatto che il noto attivista egiziano-britannico Alaa Abd El Fattah continui a essere detenuto, nonostante la sua ingiusta condanna a cinque anni di carcere sarebbe dovuta terminare il 29 settembre 2024. In segno di protesta per il perdurare della detenzione, il 30 settembre 2024 la madre di Alaa Abd El Fattah, Laila Soueif, ha intrapreso uno sciopero della fame a tempo indeterminato, sopravvivendo con tisane, caffè nero e sali reidratanti. Il 24 febbraio 2025, Laila Soueif è stata ricoverata al Saint Thomas Hospital di Londra dopo che i suoi parametri vitali si erano notevolmente abbassati, compresi quelli della glicemia e della pressione sanguigna. Dopo quasi cinque mesi di sciopero della fame e aver perso quasi 30 chili, “ora c’è un rischio imminente per la sua vita, compreso un ulteriore deterioramento o la morte”, secondo il rapporto di un consulente medico dell’ospedale datato 25 febbraio 2025.
Le forze di sicurezza egiziane hanno arrestato l’ultima volta il 29 settembre 2019 Alaa Abd El Fattah come rappresaglia per il suo attivismo. Nel dicembre 2021, un tribunale di emergenza per la sicurezza dello Stato (Essc) ha condannato Alaa Abd El Fattah con l’accusa pretestuosa di “diffusione di notizie false” per aver condiviso un post sui social media con il numero 1228/2021. Il 3 gennaio 2022, il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha ratificato il verdetto contro Alaa Abd El Fattah e altri due imputati. Un documento emesso dalla procura, e visionato da Amnesty International, indica che le autorità rifiutano di conteggiare il tempo trascorso in detenzione preventiva come parte della sua pena e ritengono che la sua condanna sia iniziata dalla data della ratifica, piuttosto che dalla data del suo arresto. Il documento afferma che Alaa Abd El Fattah sarà rilasciato nel gennaio del 2027.
Il 28 gennaio 2025, durante la Revisione periodica universale (UPR) dell’Egitto, il Regno Unito ha rilasciato una dichiarazione in cui chiedeva la scarcerazione di Alaa Abd El Fattah. Il 16 febbraio, il primo ministro britannico Keith Starmer ha annunciato di aver incontrato Laila Soueif e di essersi impegnato a fare tutto il possibile per garantirne il suo ritorno in libertà; un impegno ribadito durante le Prime Minister’s Questions del 26 febbraio 2025. Il 27 febbraio 2025, un gruppo di relatori speciali delle Nazioni Unite ha esortato le autorità egiziane a rilasciare immediatamente Alaa Abd El Fattah. Nonostante questo coro di voci che chiedono il suo rilascio, egli rimane detenuto arbitrariamente mentre la vita di sua madre è in pericolo.
La esorto a scarcerare immediatamente e senza condizioni Alaa Abd El Fattah, detenuto unicamente per aver esercitato i suoi diritti umani. Nel frattempo, deve avere accesso regolare ai suoi avvocati, alla sua famiglia e a un’assistenza sanitaria adeguata e deve essere detenuto in condizioni che soddisfino gli standard internazionali. Gli deve essere concesso un accesso consolare senza ulteriori ritardi.
La ringrazio per l’attenzione.
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“Non siete stati ancora sconfitti” (Hopefulmonster Editore) è una raccolta di scritti di Alaa Abd el-Fattah patrocinata da Amnesty International Italia e Arci. Il libro, prima traduzione italiana degli scritti dell’attivista e blogger, è nato grazie alla collaborazione di una rete internazionale di editor e giornalisti, che insieme alla famiglia dell’autore hanno raccolto e pubblicato gli articoli e le riflessioni di el-Fattah.
Guarda la presentazione con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista e Paola Caridi, direttrice della collana La Stanza del Mondo di Hopefulmonster.