Dal novembre 2022 migliaia di studentesse sono state avvelenate da sostanze gassose nelle loro scuole e ricoverate in ospedale. Tosse, difficoltà respiratorie, irritazione al naso e alla gola, palpitazioni, mal di testa, nausea, vomito e intorpidimento degli arti sono i sintomi più comuni. Sono state prese di mira più di 100 scuole, alcune più di una volta. Gli attacchi sono stati segnalati per la prima volta nella provincia di Qom e da allora si sono moltiplicati in tutto lo stato. A seguito di questi attacchi, molte famiglie hanno ritirato le loro figlie dalle scuole
Nonostante secondo i dati ufficiali 13.000 studentesse abbiano avuto bisogno di cure mediche, il ministro della Salute ha dichiarato che non ci sono “prove concrete” che le studentesse siano state avvelenate e ha aggiunto che “più del 90% dei problemi di salute è causato da stress o è stato inventato”.
Tutto lascia pensare che quella degli avvelenamenti sia una campagna coordinata per punire le studentesse per la loro pacifica partecipazione alle proteste scoppiate a partire dalla metà del settembre 2022. Negli ultimi mesi sono stati diffusi molti video che mostrano atti di resistenza come togliersi l’hijab obbligatorio e mostrare i capelli in pubblico indossando l’uniforme scolastica.
Non è lo stress che sta avvelenando le studentesse iraniane!
Firma l’appello per chiedere di proteggere le ragazze e garantire il loro diritto allo studio.
L’avvelenamento delle studentesse è avvenuto in scuole elementari, medie e superiori. Il primo attacco con sostanze gassose segnalato in una scuola femminile è avvenuto il 30 novembre 2022 nella città di Qom, quando sono state avvelenate 18 studentesse. Le autorità hanno cercato di nascondere l’attacco. La notizia è emersa solo quando la stessa scuola è stata nuovamente attaccata due settimane dopo, il 13 dicembre 2022, con l’avvelenamento di altre 51 studentesse.
I genitori delle studentesse avvelenate hanno raccontato agli organi d’informazione iraniani – in relazione al secondo incidente – che le autorità si erano rifiutate di fornire i risultati delle analisi tossicologiche che indicavano la causa del precedente avvelenamento e il tipo di gas utilizzato. Nelle interviste, le studentesse ricoverate in ospedale hanno raccontato di aver avvertito un insolito odore di gas a scuola e di aver provato una forte di mancanza di respiro, intorpidimento e dolore alle gambe e difficoltà a camminare. Gli organi d’informazione statali hanno riferito che almeno 30 famiglie avevano presentato denuncia all’ufficio del Procuratore di Qom, che ha inizialmente annunciato l’istituzione di un gruppo di lavoro speciale che però non ha avuto alcun seguito.
Dopo questi primi casi, gli attacchi sono aumentati in modo esponenziale. Organi d’informazione indipendenti e organizzazioni per i diritti umani hanno segnalato oltre 300 attacchi in più di 100 scuole femminili in tutto l’Iran.
Nel febbraio 2023 giornalisti indipendenti al di fuori dell’Iran hanno riportato la storia di una bambina di 11 anni morta dopo essere stata avvelenata nella sua scuola a Qom, ma le autorità hanno smentito la notizia. Anche i genitori della bambina hanno fatto riferimento a malattie pregresse, ma resta il dubbio che abbiano subito pressioni per confermare la narrazione ufficiale. Non sarebbe la prima volta.
Nonostante le molteplici dichiarazioni di varie autorità statali, tra cui la Guida suprema dell’Iran, non sono state fornite informazioni alle famiglie e all’opinione pubblica sull’esito delle indagini per individuare i colpevoli né sulle misure da adottare per proteggere le ragazze. Allo stesso tempo, le autorità hanno diffuso narrazioni contraddittorie sugli attacchi, riconducendo i sintomi dell’avvelenamento a problemi “mentali” o attribuendo le responsabilità a “cospirazioni nemiche”.
Amnesty International ha ricevuto informazioni credibili su un protocollo del ministero della Salute che ordina al personale medico di attribuire i sintomi causati dagli attacchi di gas a problemi di “stress”. Le autorità hanno anche arrestato arbitrariamente almeno un giornalista che aveva riferito sugli avvelenamenti e ne ha convocati molti altri per interrogarli. Non aver fermato gli avvelenamenti ha generato crescenti critiche da parte dell’opinione pubblica e le proteste sono state accolte dalle autorità con le consuete misure repressive. A marzo le proteste organizzate dai sindacati degli insegnanti sono state disperse in modo violento
Sempre a marzo sono circolati dei video che mostrano agenti delle forze di sicurezza in borghese e in uniforme che attaccano violentemente la madre di una vittima, fuori da una scuola di Teheran. Il 9 aprile, a seguito di un altro avvelenamento in una scuola femminile di Saqqez, nella provincia del Kurdistan, le forze di sicurezza hanno risposto alle proteste arrestando diverse persone.
Il 15 aprile a Shahin Shahr nella provincia di Esfahan, le forze di sicurezza hanno sparato gas lacrimogeni contro genitori, insegnanti e loro sostenitori che si erano radunati davanti all’edificio del dipartimento dell’Istruzione della città per protestare contro gli avvelenamenti.
Procuratore generale, Mohammad Jafar Montazeri
c/o Ambasciata dell’Iran presso l’Unione Europea
Avenue Franklin Roosevelt No. 15
1050 Bruxelles
Belgio
Egregio Procuratore Montazeri,
sono seriamente preoccupato per i diritti all’istruzione, alla salute e alla vita di milioni di studentesse in Iran a causa dei continui attacchi con sostanze gassose degli ultimi mesi, che prendono deliberatamente di mira le scuole femminili in tutto il paese in una campagna che sembra essere ben coordinata e organizzata. Dal novembre del 2022, più di 100 scuole sono state prese di mira, alcune più di una volta.
Gli attacchi sono stati segnalati per la prima volta nella provincia di Qom. Da allora si sono diffusi in altre province e sono diventati più frequenti con più scuole attaccate quotidianamente. Le studentesse colpite da questi attacchi sono state ricoverate in ospedale con sintomi tra cui tosse, difficoltà respiratorie, irritazione al naso e alla gola, palpitazioni, mal di testa, nausea, vomito e intorpidimento degli arti.
Alcuni genitori hanno tolto le loro figlie dalla scuola temendo per la loro incolumità.
Da quando sono emerse per la prima volta le notizie degli attacchi, le autorità hanno cercato di sminuirne la gravità, oltre a non aver intrapreso ancora alcuna azione concreta per iniziare indagini efficaci ed indipendenti. Nel marzo del 2023 le autorità hanno annunciato l’arresto di oltre 118 persone per un presunto coinvolgimento nel “contrabbando di bombe maleodoranti”, che secondo loro erano la causa principale degli avvelenamenti.
La invito a condurre immediatamente un’indagine indipendente, approfondita ed efficace sull’avvelenamento delle studentesse e a consegnare alla giustizia chiunque ne sia ritenuto responsabile affinché possa essere giudicato in processi equi, senza ricorrere alla pena di morte.
Le autorità devono inoltre garantire che le ragazze abbiano un accesso paritario e sicuro all’istruzione e siano protette da ogni forma di violenza.
Chiedo che una delegazione internazionale indipendente d’indagine sugli attacchi, che includa il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’istruzione, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e le ragazze, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto alla salute e il Comitato per i diritti dell’infanzia, abbia accesso al paese.
La ringrazio per l’attenzione