Aggiornamento 24 gennaio 2025 – Ahmad Manasra finirà di scontare la sua attuale pena a otto anni e cinque mesi l’11 aprile 2025. Secondo le informazioni pubbliche, il suo nome non è stato incluso nella lista dei detenuti da scarcerare nell’ambito dell’accordo di scambio tra il governo israeliano e Hamas.
Ahmad è stato recentemente trasferito in una cella comune dal reparto di isolamento dove le condizioni sono state particolarmente dure a causa dei suoi gravi problemi di salute.
Nel 2015 le autorità israeliane hanno arrestato Ahmad Manasra, che all’epoca aveva 13 anni, e lo hanno duramente interrogato e minacciato senza la presenza di un avvocato. Da allora è in carcere e dall’inizio di novembre 2021 in isolamento. Ad Ahmad è stata diagnosticata la schizofrenia, soffre di allucinazioni psicotiche ed è gravemente depresso con pensieri suicidi.
Ahmad Manasra è stato sottoposto a un catalogo infinito di ingiustizie da parte delle autorità israeliane, compreso l’isolamento prolungato. Ha subito maltrattamenti durante gli interrogatori, condotti senza la presenza dei genitori o degli avvocati, e gli è stato negato il diritto a un giusto processo. Avrebbe dovuto essere rilasciato molto tempo fa, eppure continua a subire inutili sofferenze nelle carceri israeliane.
In attesa del suo rilascio, deve avere accesso a cure mediche adeguate e non essere mai più posto in isolamento. Le accuse di tortura e altre violazioni dei diritti umani che Ahmad ha subito devono essere indagate in modo efficace e trasparente.
Ahmad Manasra è uno degli innumerevoli palestinesi i cui diritti da bambino sono stati spazzati via dal sistema giudiziario israeliano, profondamente imperfetto, e deve essere scarcerato.
Ahmad è stato arrestato nell’ottobre 2015 per l’accoltellamento di due israeliani a Pisgat Zeev, un insediamento illegale a Gerusalemme Est occupata. Interrogato in assenza di un avvocato, è stato processato per tentato omicidio e, nonostante la minore età, condannato a nove anni e cinque mesi di carcere. Dal novembre 2021, a parte due mesi di ricovero in ospedale, è in una cella d’isolamento.
Nonostante i tribunali abbiano stabilito che non avesse partecipato agli accoltellamenti, è stato condannato per tentato omicidio nel 2016 in un procedimento viziato da accuse estorte con la tortura.
Un mese dopo l’arresto di Ahmad Manasra nel novembre 2015, il filmato del suo interrogatorio è stato reso pubblico. Il video di 10 minuti, recensito da Amnesty International, mostra Ahmad interrogato da tre uomini, senza la presenza del suo avvocato o dei suoi genitori, in violazione degli standard internazionali. Sembra sempre più angosciato mentre i suoi interrogatori continuano a urlargli contro, ricorrendo ad insulti e minacce. Questo video è la prova di diverse violazioni dei diritti di Manasra, da bambino e da detenuto. Per quanto a conoscenza di Amnesty International, non ci sono state indagini sulla condotta della polizia e degli agenti di sicurezza.
Sebbene abbia già scontato due terzi della pena e dunque, secondo la legge israeliana, gli possa essere condonato l’ultimo terzo, Manasra resta in isolamento nella prigione di Eshel in quanto condannato per “atti di terrorismo”, secondo una legge entrata in vigore dopo il suo arresto e che non prevede sconti di pena per i responsabili di tali reati.
Il 19 giugno 2022, il tribunale di Ramleh doveva esaminare l’idoneità di Ahmad Manasra al rilascio anticipato ai sensi della legge israeliana sulla libertà vigilata del 2001, ma ha deciso di rimandare l’udienza. Il 3 agosto la direzione delle prigioni israeliane ha rinnovato nuovamente l’isolamento carcerario di Ahmad Manasra.
Israele, stato parte della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei minori (CRC), ha l’obbligo di garantire che la privazione della libertà dei minori sia “utilizzata solo come misura estrema e per il periodo di tempo più breve possibile”.
Ahmad Manasra è detenuto in isolamento prolungato dall’inizio di novembre 2021, in violazione del divieto assoluto di tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, disumani o degradanti. Il servizio penitenziario israeliano aveva chiesto di rinnovare l’isolamento di Ahmad per altri sei mesi il 17 aprile 2022. Un’udienza che doveva tenersi il 15 giugno 2022 in merito all’isolamento è stata rinviata a data da destinarsi.
La salute mentale di Ahmad Manasra è peggiorata durante la sua detenzione. Nell’ottobre 2021 uno psicologo clinico israeliano indipendente che lavora con Physicians for Human Rights – Israel (PHRI) gli ha diagnosticato gravi condizioni psichiatriche e ha affermato che queste si erano sviluppate dopo la sua incarcerazione.
Il suo avvocato, Khaled Zabarqa, ha dichiarato ad Amnesty International: “Abbiamo chiesto al servizio penitenziario israeliano di rilasciare Ahmad per farlo stare in casa e in comunità con urgenza perché c’è un pericolo reale per la sua vita. Gli stessi medici del carcere lo hanno riconosciuto nella loro relazione del 13 giugno che ha portato al suo trasferimento dalla cella all’ospedale del carcere”.
Israele continua a perpetrare violazioni dei diritti umani diffuse e sistematiche contro i palestinesi, compresi i minori, in un contesto di decenni di discriminazione, segregazione e persecuzione sponsorizzate dallo stato. Ci sono prove che il trattamento di Ahmad Manasra si adatta a un modello più ampio di discriminazione contro i minori palestinesi nel sistema di giustizia penale israeliano. Secondo i registri di Amnesty International, circa 170 palestinesi attualmente detenuti sono stati arrestati quando erano minori. In molti di questi casi è stato negato loro un processo equo in linea con gli standard internazionali e la protezione prevista dal sistema di giustizia minorile. In altri casi sono stati sottoposti a tortura o altri maltrattamenti.
Per decenni, l’Agenzia per la sicurezza israeliana, il servizio penitenziario israeliano e le forze di sicurezza israeliane hanno torturato o maltrattato in altro modo i detenuti palestinesi, compresi i minori, durante l’arresto, il trasferimento e l’interrogatorio. L’Agenzia per la sicurezza israeliana utilizza metodi particolarmente duri per ottenere informazioni e “confessioni”.
Al contrario, pochi cittadini ebrei di Israele, compresi i minori, sono condannati per violenze contro i palestinesi e a coloro che vengono arrestati vengono concessi diritti fondamentali che sono negati ai palestinesi.
L’uso diffuso e sistematico da parte di Israele di arresti arbitrari, detenzioni amministrative e torture su larga scala contro i palestinesi è una flagrante violazione del diritto internazionale ed è una componente chiave del sistema dell’apartheid.
Egregia Commissaria Perry,
sono preoccupato per Ahmad Manasra, un palestinese di 20 anni di Gerusalemme Est, detenuto nella prigione di Eshel vicino a Beersheba, nel sud di Israele.
Le prove dell’interrogatorio di Ahmad Manasra dopo il suo arresto nel 2015 (all’epoca 13 anni, al di sotto dell’età minima per la responsabilità penale raccomandata dal diritto internazionale) dimostrano che è stato sottoposto a maltrattamenti e interrogato senza la presenza del suo avvocato o dei genitori, in violazione del Convenzione sui diritti dei minori e norme internazionali sul giusto processo.
Ahmad Manasra soffre di gravi problemi di salute mentale. Il 24 ottobre 2021, uno psicologo clinico israeliano indipendente gli ha diagnosticato gravi condizioni psichiatriche – schizofrenia, psicosi e grave depressione – che ha sviluppato dopo la sua detenzione. Circa dieci giorni dopo quella diagnosi, il servizio carcerario israeliano lo ha posto in isolamento, che continua fino ad oggi. Gli psichiatri hanno affermato che la sua incarcerazione, e in particolare il suo isolamento dall’inizio di novembre 2021, continua a mettere in grave pericolo la sua salute. Tuttavia il servizio penitenziario israeliano continua a rinnovare la sua detenzione in isolamento di 6 mesi in 6 mesi. È stato dimesso dall’ospedale della prigione il 19 luglio 2022 e rimesso subito in isolamento. La sua detenzione in isolamento per più di 15 giorni è una violazione del divieto assoluto di tortura.
Ahmad Manasra ha ora scontato quasi sette dei suoi 12 anni di condanna, il che lo rende elegibile per il rilascio sulla parola secondo la legge israeliana.
La invito a garantire il rilascio di Ahmad Manasra e la fornitura di servizi sanitari e sociali nella comunità. In attesa del suo rilascio, dovrebbe essere immediatamente rimosso dall’isolamento e ricevere assistenza sanitaria in conformità con l’etica medica, inclusa la riservatezza, l’autonomia e il consenso informato. La esorto a organizzare indagini approfondite, rapide, imparziali ed efficaci sulla presunta tortura e altri maltrattamenti di Ahmad Manasra.
Cordiali saluti