Trentadue richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan sono bloccati al confine con la Polonia e la Bielorussia da settimane, con accesso limitato ad acqua, cibo, alloggi adeguati e cure mediche. Le guardie di frontiera bielorusse e polacche li hanno tenuti in una striscia di terra al confine, a Usnarz Górny, a seguito del loro respingimento dalla Polonia. Tra loro ci sono 27 uomini, quattro donne e una ragazza di 15 anni.
Da settimane non hanno accesso a cibo, acqua pulita, luoghi dove ripararsi e medicine. Le guardie di frontiera dei due paesi li hanno confinati in una striscia di terra al confine, impedendo l’accesso ad avvocati, operatori sanitari e osservatori sui diritti umani. La Corte europea dei diritti dell’uomo si è rivolta alla Polonia ordinando la distribuzione al gruppo di acqua, cibo, vestiario e medicinali, ma le autorità polacche non hanno ancora dato seguito alla richiesta. Invece che negare ai richiedenti asilo l’ingresso e respingerli in Bielorussia, la Polonia dovrebbe ammetterli sul suo territorio permettendogli di chiedere protezione e distribuendo loro acqua, cibo e cure mediche in un contesto sicuro.
Trentadue afgani sono bloccati al confine tra Polonia e Bielorussia a seguito del respingimento da parte delle autorità polacche avvenuto in agosto. Inizialmente, avvocati, operatori sanitari, osservatori e attivisti hanno avuto accesso al gruppo. Il 20 agosto i richiedenti asilo hanno compilato le domande di protezione internazionale. Gli avvocati del foro di Varsavia hanno tentato di assistere nella presentazione delle domande di tutti e 32 i richiedenti. Tuttavia, le guardie di frontiera polacche non hanno permesso loro di accedere al territorio della Polonia. Dal 21 agosto, ad attivisti e a diversi membri del parlamento è stato negato l’accesso regolare al gruppo e le guardie di frontiera hanno impedito loro di fornire assistenza umanitaria. Il 1° settembre, la Croce Rossa bielorussa, in collaborazione con la Croce Rossa polacca, ha fornito assistenza umanitaria al gruppo.
Il 24 agosto, una delegazione di Amnesty International ha visitato la zona e ha cercato di accedere al gruppo di richiedenti asilo, ma le guardie di frontiera non l’hanno permesso. Amnesty International ha ottenuto relazioni credibili e coerenti da altre fonti sull’uso della forza e sulle minacce di violenza da parte delle guardie di frontiera polacche quando respingevano il gruppo in Bielorussia.
Il 25 agosto, la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha emesso misure provvisorie e ha chiesto alle autorità polacche di fornire al gruppo cibo, acqua, vestiti, cure mediche adeguate e, se possibile, un rifugio temporaneo. Al 2 settembre, le autorità polacche non hanno rispettato tale ordinanza.
In risposta alle dichiarazioni del presidente della Bielorussia, Alyaksandr Lukashenka, secondo cui non sarebbe stato impedito alle persone di attraversare il confine tra Polonia e Bielorussia, le autorità polacche si sono affrettate ad adottare una serie di misure che limitano il diritto di chiedere asilo. Il 20 agosto, il ministero dell’Interno polacco ha emesso un ordine di chiusura delle frontiere alle persone che entrano “irregolarmente” nel Paese e le obbliga a lasciare immediatamente il territorio della Polonia. Ad agosto, il governo polacco ha annunciato modifiche a due atti legislativi: la legge sugli stranieri e la legge sulla concessione della protezione internazionale agli stranieri. Questi cambiamenti renderebbero impossibile alle persone che attraversano il confine irregolarmente chiedere protezione internazionale in Polonia. Il 25 agosto, i soldati dell’esercito polacco hanno iniziato a costruire una recinzione al confine con la Bielorussia. Il 31 agosto, il governo polacco ha chiesto al presidente della Polonia di dichiarare lo stato di emergenza per 30 giorni nelle regioni confinanti con la Bielorussia, sulla base dei rischi posti dai “3.000 tentativi di attraversamento della frontiera ad agosto”. La dichiarazione dello stato di emergenza comporterebbe il divieto di assemblee, proteste, eventi di massa ed eventi culturali, tra gli altri. Amnesty International teme che lo stato di emergenza possa avere un impatto sproporzionato sui diritti umani e consentire ulteriori restrizioni alle attività legittime e vitali di organizzazioni, giornalisti e operatori umanitari, incluso impedire loro di monitorare le violazioni dei diritti umani alla frontiera o fornire assistenza umanitaria a richiedenti asilo.
I respingimenti sono illegali ai sensi del diritto nazionale, internazionale ed europeo. L’articolo 4 del Protocollo n. 4 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, di cui la Polonia è firmataria, vieta le espulsioni collettive. Ai sensi del diritto dell’Ue e internazionale sui rifugiati, la Polonia deve garantire l’accesso al territorio a coloro che cercano protezione e garantire loro l’accesso a una procedura di asilo equa ed efficace, in cui possano essere valutate le circostanze individuali e le esigenze di protezione. L’articolo 31 della Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati obbliga inoltre gli Stati ad astenersi dal punire i richiedenti asilo per ingresso irregolare.
Primo Ministro Prezes Rady Ministrów
Mateusz Morawiecki
Kancelaria Prezesa Rady Ministrów,
Al. Ujazdowskie 1/3
00-583 Warszawa
E-mail: sekretariat.rzecznik@kprm.gov.pl
Egregio Primo ministro,
Sono estremamente preoccupato per la situazione di trentadue richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan bloccati alla frontiera tra Polonia e Bielorussia. Quattro donne, ventisette uomini e una ragazza di 15 anni sono bloccati in frontiera da settimane, senza accesso a cibo, acqua pulita, luoghi dove ripararsi e medicine. Le guardie di frontiera polacche hanno rifiutato loro l’entrata nel paese, respingendoli violentemente in Bielorussia sena verificare le circostanze individuali e le necessità di protezione, in violazione degli standard di diritto internazionali e dell’Unione europea.
La situazione dei richiedenti asilo peggiora di giorno in giorno, mentre le autorità polacche hanno impedito l’accesso ad avvocati, operatori sanitari e osservatori sui diritti umani. Nonostante la Corte europea dei diritti dell’uomo si sia rivolta alla Polonia ordinando la distribuzione al gruppo di acqua, cibo, vestiario e medicinali, il Suo governo non ha ancora dato seguito alla richiesta.
Tutti hanno diritto di cercare asilo secondo gli strumenti di diritto internazionale ed europeo, a cui anche la Polonia è vincolata. Le singole situazioni di ogni richiedente asilo dovrebbero essere verificate, e non dovrebbero essere sanzionati per l’ingresso irregolare nel paese.
In un momento in cui la popolazione afgana sta disperatamente lasciando il proprio paese in cerca di protezione altrove, spero il suo paese possa fare la cosa giusta ammettendo immediatamente questo gruppo di richiedenti asilo e dando loro assistenza e protezione, in linea con il diritto internazionale ed europeo.
La ringrazio per l’attenzione.