La mattina del 1 agosto, circa 100 agenti della Gendarmeria nazionale argentina (Gna) – forze di sicurezza militari – sono entrati in modo irregolare e violento nel territorio della comunità mapuche Pu Lof a Resistencia, nel dipartimento di Cushamen, provincia di Chubut, nella Patagonia Argentina.
Secondo quanto riferito dalla comunità, le forze di sicurezza nazionali hanno sparato proiettili di piombo e di gomma e ha incendiato oggetti appartenenti alle famiglie.
Santiago Maldonado, un sostenitore della causa Mapuche ospite della comunità, è scomparso lo stesso giorno. Il suo corpo è stato ritrovato a ottobre nel fiume Chubut. Santiago è stato probabile vittima di sparizione forzata dal 1° agosto.
Non ci fermeremo fino a quando non vi sarà giustizia.
Le autorità devono assicurare indagini approfondite e indipendenti per stabilire chi è stato responsabile della sparizione e della morte di Santiago, chi le ha ordinate e chi ne era a conoscenza e non è intervenuto.
Chiediamo di adottare le misure necessarie per garantire l’integrità fisica della comunità mapuche Pu Lof a Resistencia, con piena partecipazione della stessa.
Ministerio de Seguridad de la Nación
Sra. Patricia Bullrich
Gelly y Obes 2289
C1425EMA. Ciudad Autónoma de Buenos Aires, Argentina
Fax: +54 (11) 4809-1656
Email: privadaum@minseg.gob.ar
Egregia Ministra,
sono un sostenitore di Amnesty International, l’organizzazione non governativa che dal 1961 porta avanti campagne in difesa dei diritti umani.
La sollecito ad adottare tutte le misure necessarie per assicurare indagini approfondite e indipendenti per stabilire chi è stato responsabile della sparizione e della morte di Santiago, chi le ha ordinate e chi ne era a conoscenza e non è intervenuto.
La invito ad avviare indagini esaurienti e imparziali sui fatti perpetrati il 1 di agosto nella comunità Pu Lof a Resistencia, che i risultati siano resi pubblici e che i responsabili delle violazioni dei diritti umani siano assicurati alla giustizia.
Le chiedo di adottare le misure necessarie per garantire l’integrità fisica della comunità mapuche Pu Lof a Resistencia, con piena partecipazione della stessa.
La invito a trovare una soluzione alla rivendicazione territoriale della comunità Lof Cushamen del popolo mapuche.
La ringrazio per l’attenzione.
Il 10 e l’11 gennaio 2017 le forze di sicurezza hanno attaccato violentemente la comunità Mapuche di Cushamen, nel sud dell’Argentina, con l’intento di liberare la ferrovia da sbarramenti di protesta.
Il treno “La Trochita” infatti passa su territori che sono oggetto di contestazione tra la comunità indigena e la Compañía de Tierras del Sur Argentino, azienda del Gruppo Benetton.
I Mapuche raccontano di esser stati picchiati, anche con manganelli, e i loro animali rubati e uccisi. Donne e bambini hanno cercato riparo dentro la cosiddetta ‘casa ruca’ (una casa comune tradizionale mapuche).
Almeno 10 persone, tra appartenenti alla comunità e sostenitori, sono state arrestate. Il giorno dopo, è intervenuta anche la polizia. I membri della comunità hanno riferito che gli agenti hanno sparato, ferendo alcune persone.
Il conflitto tra la comunità Mapuche di Cushamen e la Compañía de Tierras del Sur Argentino (Gruppo Benetton) risale al 13 marzo 2015, quando un gruppo di Mapuche aveva reclamato come loro territorio ancestrale un appezzamento vicino alla città di Esquel, dipartimento di Cushamen, nella provincia di Chubut.
In seguito all’occupazione, la Compañía, che possiede circa un milione di ettari di terra in Patagonia argentina, ha presentato una denuncia per usurpazione della terra presso le autorità giudiziarie locali.
L’esistenza del popolo Mapuche precede l’istituzione dello stato argentino, come anche il riconosciuto nella Costituzione argentina. Le compagnie petrolifere e minerarie ed i grandi ranch sono quelli che si sono trasferiti – spesso con la forza – all’interno di questi territori, espropriandole alla comunità indigene.
L’Argentina, sia nella sua costituzione sia nelle norme nazionali, ma anche attraverso la ratifica di diversi strumenti internazionali fondamentali, come la Convenzione n. 169 della Organizzazione Internazionale del Lavoro, ha riconosciuto i diritti umani dei popoli indigeni: il diritto ad un territorio ed alle risorse naturali, il diritto all’autodeterminazione, e il diritto di stabilire le proprie priorità per lo sviluppo, e il rispetto dei propri costumi.
Ciò nonostante le popolazioni indigene continuano a incontrare ostacoli quando rivendicano i propri diritti, in particolare in relazione al controllo del proprio territorio e delle risorse naturali.