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Amnesty International ha confermato che anche l’Armenia, dopo l’Azerbaigian, ha usato le bombe a grappolo nel corso del conflitto del Nagorno-Karabakh.
Alle 13.30 del 28 ottobre uno dei tanti razzi Smerch lanciati contro la città azera di Barda ha colpito una zona vicina a un ospedale. Secondo la Procura generale dell’Azerbaigian, l’attacco ha causato 21 morti e una settantina di feriti.
Gli esperti di Amnesty International hanno esaminato le fotografie scattate dai giornalisti di “Vice News” presenti sul posto, individuando frammenti di bombe a grappolo 9N235 trasportate da razzi Smerch di fabbricazione russa.
“Colpire i centri abitati con le bombe a grappolo è un atto crudele e sconsiderato. Consideriamo le forze armene, quelle sostenute dall’Armenia e quelle dell’Azerbaigian responsabili di aver usato queste armi, vietate dal diritto internazionale attraverso un trattato vincolante per oltre 100 stati“, ha dichiarato Marie Struthers, direttrice per l’Europa orientale e l’Asia centrale di Amnesty International.
Il 5 ottobre Amnesty International aveva denunciato che le forze azere avevano utilizzato bombe a grappolo in un attacco contro Stepanakert, capoluogo della regione del Nagorno-Karabakh.
Le bombe a grappolo disperdono centinaia di bombette o sub-munizioni su vaste aree. Tra il 5 e il 20 per cento di queste munizioni non esplodono al contatto con l’obiettivo, diventando una minaccia di lungo periodo per la popolazione civile.