Egitto, la nuova legge sull’asilo viola i diritti dei rifugiati

3 Dicembre 2024

KHALED DESOUKI/AFP via Getty Images

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Il presidente egiziano al-Sisi si accinge a ratificare la nuova legge sull’asilo, approvata dal parlamento il 19 novembre, che secondo Amnesty International presenta una lunga serie di problemi.

La legge contiene la definizione di “rifugiato” prevista dalla relativa Convenzione del 1951 ma questa è l’unica buona notizia.

Il testo prevede che le persone richiedenti asilo entrate irregolarmente in Egitto debbano presentare domanda entro 45 giorni dall’arrivo, a prescindere dalle circostanze individuali, dalla possibilità di reperire un avvocato e dai tempi necessari per recuperare la documentazione a sostegno della domanda.

Non sono previste eccezioni per i gruppi vulnerabili, come le persone sopravvissute alla tortura o le vittime di traffico di esseri umani.

Scaduti i 45 giorni, la domanda non è più presentabile e la persona richiedente asilo può essere sottoposta ad almeno sei mesi di carcere o a una multa e, infine, rimpatriata.

La legge contiene criteri molto ampi che escludono la possibilità di chiedere asilo per persone condannate per non meglio specificati “gravi reati” (una formula che può voler dire tutto) prima di entrare in Egitto. La Convenzione del 1951 prevede invece che persone condannate per “reati politici” abbiano diritto a chiedere asilo.

Può essere negato l’asilo anche a chi ha commesso “qualsiasi azione che interferisca con la sicurezza nazionale o con l’ordine pubblico”.

L’asilo, inoltre, può essere revocato a chi non rispetti “i valori e le tradizioni della società egiziana” e a chi partecipi a “qualsiasi forma di azione politica o di parte, lavori in un sindacato o fondi un partito politico o vi aderisca o partecipi alle sue iniziative”.

La legge, infine, non prevede il diritto di rappresentanza legale durante la procedura né contempla la possibilità di accedere a informazioni in una lingua comprensibile, di contestare la legalità della detenzione in attesa dell’esito della domanda e di ricorrere in appello contro una decisione sfavorevole.

Nell’ottobre 2022 l’Unione europea aveva firmato un accordo di cooperazione con l’Egitto, destinandogli 80 milioni di euro, per rafforzare l’operatività della polizia di frontiera allo scopo di contrastare l’immigrazione irregolare. L’accordo conteneva riferimenti ad “approcci basati sui diritti, alla protezione e alla sensibilità di genere”.

Dal settembre 2023 la polizia di frontiera ha arrestato e respinto migliaia di persone richiedenti asilo provenienti dal Sudan, negando loro il diritto di chiedere asilo nonostante la spaventosa crisi umanitaria e dei diritti umani in atto in quel paese.