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La notizia del ritorno in libertà dei cittadini con passaporto iraniano e britannico Nazanin Zaghari–Ratcliffe e Anoosheh Ashoori è una notizia fantastica, anche se tardiva, secondo Amnesty International.
Nazanin Zaghari-Ratcliffe e Anoosheh Ashoori, lei arrestata nel 2016 e lui nel 2017, non sarebbero mai dovuti finire in carcere. Sono stati invece accusati di reati contro la sicurezza nazionale, una tattica tipica delle autorità iraniane, e usati come mezzi di scambio per cercare di ottenere il massimo sul piano diplomatico dalla loro prigionia.
Amnesty International Regno Unito ha sollecitato il governo di Londra a premere per ottenere il rilascio di altri due connazionali, Morad Tahbaz e Mehran Raoof, che si trovano nella stessa situazione in cui erano Nazanin e Anoosheh fino a oggi.
Amnesty International Italia ha a sua volta ricordato l’incubo che sta vivendo lo scienziato Ahmadreza Djalali, ricercatore anche presso l’Università del Piemonte Orientale, arrestato in Iran nel 2016 e condannato a morte l’anno dopo per l’infondata accusa di spionaggio.
Vida Maherannia, moglie di Ahmadreza, sarà in Italia dal 4 al 9 aprile per partecipare ad eventi pubblici ed istituzionali per chiedere, ancora una volta, il rilascio immediato del marito.