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A Jaw, il complesso penitenziario del Bahrein in cui sono reclusi attivisti per i diritti umani e oppositori del governo repressivo della famiglia al-Khalifa, è in corso uno sciopero della fame per protestare contro il divieto di pregare, l’isolamento in cella 23 ore su 24, il diniego di cure mediche e le interferenze nei colloqui con i familiari.
Lo sciopero, che riguarderebbe centinaia di prigionieri, è iniziato lunedì 7 agosto in due sezioni del carcere e martedì in altre tre.
Mercoledì si è unito alla protesta Abdulhadi al-Khawaja, 62 anni, il più noto prigioniero di coscienza del Bahrein, che già nel 2012 aveva intrapreso uno sciopero della fame durato oltre 100 giorni.
Al-Khawaja sta scontando un ergastolo per aver guidato le proteste del 2011 e aver denunciato la brutale repressione che le stroncò. La sua detenzione è considerata arbitraria dalle Nazioni Unite e più volte le organizzazioni per i diritti umani, tra le quali la nostra, hanno chiesto la sua scarcerazione.