Iran: fermiamo l’esecuzione del rapper Toomaj Salehi

12 Giugno 2024

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Approfondimento a cura del Coordinamento tematico sulla pena di morte. Per restare aggiornato iscriviti alla newsletter. Per consultare i numeri precedenti clicca qui.

Toomaj Salehi, rapper iraniano, è stato condannato a morte per “corruzione sulla terra” da un tribunale rivoluzionario. L’artista è detenuto da oltre un anno per accuse relative al contenuto delle sue canzoni e per aver sostenuto il movimento rivoluzionario “Donna Vita Libertà”. Toomaj Salehi è un forte sostenitore delle proteste antigovernative scoppiate in seguito alla morte di Mahsa Jina Amini, la 22enne morta dopo essere stata posta in custodia perché non portava correttamente il velo. Toomaj nelle sue canzoni chiede la libertà per i detenuti ingiustamente imprigionati e la fine della repressione. Nei suoi brani, trovano spazio anche la denuncia della povertà e della corruzione. Toomaj è stato condannato a morte da un tribunale della città di Isfahan e ha raccontato di essere stato gravemente torturato durante la detenzione. Oltre cento personalità del mondo della musica, della cultura e dell’attivismo per i diritti umani – tra cui i Coldplay e Sting – hanno firmato una dichiarazione per chiedere il rilascio di Toomaj.

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I dati sulla pena di morte nel 2023 e nel 2024

La pena di morte è stata abolita in più della metà degli stati del mondo: 112 stati sono totalmente abolizionisti, 23 stati sono considerati abolizionisti di fatto perché non eseguono condanne a morte da almeno 10 anni o hanno assunto l’impegno a livello internazionale a non ricorrere alla pena capitale; altri nove stati hanno cancellato la pena di morte per i reati ordinari. In totale, dunque, 144 stati hanno abolito la pena di morte nella legge o nella prassi; 55 stati la mantengono in vigore, ma quelli che eseguono condanne a morte sono un terzo.

 

 

Condanne a morte eseguite al 31 maggio 2024*

 

* questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni di cui Amnesty International è riuscita ad avere notizia certa. In alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato. Dal 2009, Amnesty International ha deciso di non pubblicare la stima delle condanne a morte e delle esecuzioni in Cina, dove questi dati sono classificati come segreto di stato. Ogni anno, viene rinnovata la sfida alle autorità cinesi di rendere disponibili queste informazioni che si ritiene essere nell’ordine di migliaia, sia di esecuzioni che di condanne a morte.

 

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Altre notizie

Arabia Saudita – La Corte d’Appello ha confermato il 29 aprile scorso le condanne a morte di due cittadini sauditi presumibilmente minorenni all’epoca del reato. Lo hanno reso noto Human Rights Watch e altre organizzazioni in una dichiarazione congiunta. Yousif al-Manasif e Ali al-Mabyook, i due condannati, avevano tra i 14 e i 17 anni quando sono stati arrestati – tra aprile 2017 e gennaio 2018 – per presunti crimini legati ad alcune proteste e sono comparsi davanti a un tribunale nel 2019. Le accuse si sono fondate quasi interamente sulle loro confessioni. Human Rights Watch ha documentato ripetuti abusi nel sistema di giustizia penale dell’Arabia Saudita, comprese confessioni forzate ai danni di minori successivamente condannati a morte, che rendono altamente improbabile che al-Manasif e al-Mabyook abbiano ricevuto un giusto processo. Almeno cinque persone condannate a morte da minorenni rischiano da un momento all’altro di essere messe a morte nel paese.

Iran – La Corte Suprema dell’Iran ha recentemente annullato la condanna a morte di Mohammad Javad Vafaei Sani, un pugile di 28 anni, arrestato nel marzo 2020 per aver preso parte alle proteste di massa del novembre 2019 contro l’aumento dei prezzi e di quelle del gennaio 2020 contro l’abbattimento di un aereo di linea ucraino da parte delle forze iraniane. Per l’accusa, l’uomo era colpevole del reato di “corruzione sulla Terra” perchè aveva “incitato a distruggere e distrutto edifici governativi” e aveva “legami con l’Organizzazione dei mojahedin del popolo”. La Corte suprema aveva annullato la prima sentenza emessa il 9 gennaio 2022, ordinando un nuovo processo che si è concluso il 24 luglio 2023 con una nuova condanna a morte. A distanza di poco meno di un anno, la Corte Suprema ha deciso il nuovo annullamento secondo quanto confermato dall’avvocato Babak Paknia. Il suo caso è stato riassegnato per un nuovo processo. (Fonte: HRNA https://www.en-hrana.org/irans-supreme-court-overturns-death-sentence-of-political-prisoner-seyed-mohammad-javad-vafaie-again/)

Iraq – Sarebbero quasi 100 le persone – sia cittadini iracheni che stranieri – condannate a morte o all’ergastolo con l’accusa di traffico di droga tra il 2023 e il 2024. Lo ha reso noto un portavoce del Ministero dell’Interno iracheno. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, l’Iraq è diventato un importante crocevia del traffico di droga, soprattutto di Captagon, un’anfetamina. Un commercio che alimenta la criminalità organizzata e le reti terroristiche, ponendo una minaccia significativa alla stabilità regionale. Lo scorso mese di dicembre, il primo ministro Mohammad Shia al-Sudani ha esortato il presidente iracheno a ratificare tutte le condanne a morte per traffico di droga. Le organizzazioni per i diritti umani hanno espresso preoccupazione riguardo la possibilità di un’applicazione arbitraria della legge in un paese che presenta una fragile situazione in materia di diritti umani. Le organizzazioni in particolare denunciano che le autorità non riescono ad affrontare le cause profonde dell’abuso di droghe, come la povertà, la disoccupazione e la mancanza di accesso alle cure.

Yemen – Il Tribunale speciale, organo di giustizia sotto il controllo delle autorità di fatto huthi, ha disposto il 1° giugno 44 condanne a morte per “collaborazione col nemico”, una formula che si traduce in “tradimento” e “spionaggio” in favore dell’Arabia Saudita, che nel 2015 ha guidato un intervento militare contro il gruppo armato filo-iraniano. Sedici degli imputati sono stati condannati in contumacia, gli altri 28 in presenza. Tra questi, Adnan al-Harazi direttore di “Prodigy System”, un’azienda che aveva sviluppato sistemi informatici per monitorare la distribuzione degli aiuti umanitari nel paese. L’uomo è stato arrestato nel marzo 2023 a seguito di una irruzione nella sede dell’azienda. Secondo il suo avvocato, al-Harazi è stato sottoposto a sparizione forzata per nove mesi, durante i quali è stato torturato, descrivendo il processo come “iniquo”.

Malesia – Una commutazione di massa si è registrata il 17 e 18 aprile scorsi quando la Corte federale ha sostituito la pena capitale di ben 54 detenuti in pene per periodi compresi tra 30 e 38 anni. La corte ha accolto le richieste presentate in applicazione dell’articolo 3(1) della “Abolition of Mandatory Death Penalty Act 2023”, la legge che ha cancellato l’obbligatorietà della condanna a morte per 12 reati, tra i quali quelli di droga e l’omicidio. La legge ha affidato al giudice il potere discrezionale di stabilire la pena e ha autorizzato le persone già condannate a morte a chiedere un nuovo processo. Ed è quanto sta avvenendo in questi mesi, con decine e decine di condanne capitali annullate in appello e sostituite con pene detentive. Tra gli ultimi casi, quello di Mariko Takeuchi, una ex infermiera giapponese di 50 anni, la cui condanna a morte per il traffico di 3,5 kg di metanfetamine è stata commutata in 30 anni di carcere, e Ooi Ai Peng, una donna di 46 anni condannata per l’omicidio di una sua amica che si è vista commutare la sua pena in 33 anni di carcere.

Usa – Jamie Mills, 50 anni, è stato messo a morte in Alabama con iniezione letale. L’uomo era stato ritenuto colpevole delle uccisioni dei coniugi Hill nel giugno 2004 durante una rapina nella loro casa. Testimone chiave del processo è stata la moglie JoAnn che avrebbe patteggiato l’ergastolo con possibilità di libertà condizionata accusando il marito del duplice omicidio. L’avvocato di JoAnn, sollecitato dal team di Equal Justice Initiative (EJI), ha rilasciato lo scorso mese di febbraio una dichiarazione giurata in cui afferma che prima del processo del 2007 ha incontrato il procuratore distrettuale il quale ha accettato che la donna si dichiarasse colpevole di omicidio di secondo grado se avesse testimoniato contro il marito. Sia JoAnn che l’accusa non hanno mai menzionato l’accordo e anzi l’ex procuratore distrettuale, in una dichiarazione giurata resa il 6 marzo 2024, ha negato di aver presentato “qualsiasi tipo di offerta a JoAnn Mills prima che della conclusione del processo” e che l’offerta è stata fatta solo successivamente, a processo concluso, in accordo con i familiari delle vittime. Ma nonostante i ricorsi presentati, le Corti di appello hanno sempre confermato il verdetto di condanna capitale. Uno dei giudici della Corte di  Appello ha tuttavia riconosciuto che “purtroppo, anche quando è in gioco la vita del ricorrente, la nostra giurisprudenza non estende sufficienti tutele procedurali e sostanziali per un giusto processo”.

Brevi dal mondo

10 aprile – Eseguita nel Missouri (Usa) la condanna a morte emessa nei confronti di Brian Dorsey, riconosciuto colpevole dell’omicidio di sua cugina Sarah Bonnie e del marito di lei Benjamin Bonnie nel 2006. L’esecuzione è avvenuta tramite iniezione letale. Gli agenti penitenziari avevano scritto al governatore Parson chiedendogli di commutare la condanna di Dorsey. “Il Brian che conosciamo da anni non potrebbe fare del male a nessuno. Il Brian che conosciamo non merita di essere messo a morte”. Ma Parson ha risposto che “il dolore che Dorsey ha causato ad altri non potrà mai essere risarcito”.

9 maggio – Il Senato ha approvato un emendamento che prevederebbe la pena di morte per il traffico di droga, tema particolarmente sentito nel paese passato negli ultimi anni dall’essere un punto di transito per le droghe illegali a vero e proprio produttore, consumatore e distributore. Un testo analogo, pur non prevedendo disposizioni sulla pena capitale, era già stato approvato dalla Camera. Cinque membri di Senato e Camera sono al lavoro per le due versioni prima che la versione finale arrivi al Presidente.

18 maggio – Almeno 25 prigionieri curdi sono stati messi a morte in varie prigioni dell’Iran nella prima metà del mese di maggio, facendo salire a 72 le esecuzioni di detenuti curdi dall’inizio del 2024 a 72. Lo denuncia l’organizzazione Hengaw che rileva come in 18 dei 25 casi le condanne erano state emesse per reati di droga.

21 maggio – Il tribunale penale di Mansoura, Egitto, ha condannato a morte Ahmed Said, un insegnante di fisica, per l’omicidio premeditato di uno studente delle scuole superiori, risalente allo scorso febbraio. Dalle indagini sarebbe emerso che l’insegnante avrebbe contattato la ricca famiglia dello studente chiedendo un riscatto.

22 maggio – Un tribunale militare di Al-Rai, presso Aleppo (Siria) ha condannato alla pena capitale tre persone in relazione agli omicidi dell’attivista Mohammed Abdul Latif (Abu Ghannoum) e di sua moglie, avvenuti circa un anno e mezzo fa ad al-Bab. Abu Ghannoum era un importante giornalista attivista nel nord della Siria, noto per le sue frequenti partecipazioni a proteste e manifestazioni e per le denunce sui social media e nelle manifestazioni sulla diffusa corruzione in tutti gli aspetti della vita nella regione.

31 maggio – Otto persone riconosciute colpevoli di “terrorismo” sono state messe a morte per impiccagione in Iraq. Si tratterebbe di un terzo gruppo di esecuzioni in poco più di un mese: già il 22 aprile e l’8 maggio si sarebbero registrate complessivamente 22 esecuzioni. Negli ultimi anni i tribunali hanno emesso centinaia di condanne a morte e all’ergastolo per “terrorismo”, in processi che i gruppi per i diritti umani hanno denunciato come eccessivamente rapidi.

8 giugno – La Corte Suprema dell’Iran ha annullato la condanna a morte di Mohammad Javad Vafaei Sani, un pugile di 28 anni accusato del reato di “corruzione sulla Terra”. Lo rende noto l’agenzia per i diritti umani HRANA. Sani era stato arrestato nel marzo 2020 per aver preso parte alle proteste di massa contro l’aumento dei prezzi e contro l’abbattimento di un aereo di linea ucraino da parte delle forze iraniane. E’ la seconda volta che la Corte Suprema interviene per annullare la condanna a morte e ordinare un nuovo processo.

 


Buone notizie

Arabia Saudita – In occasione della ventisettesima notte del mese sacro di Ramadan, Ati al-Maliki ha deciso di perdonare l’assassino del figlio Abdullah, Dhaifallah al-Harithi, la cui esecuzione era prevista il 17 aprile. Il perdono è stato concesso senza chiedere un risarcimento.

Curacao – Il 1° maggio 2024 è entrata in vigore la legge che vieta l’estradizione di persone ricercate da stati in cui sia in vigore la pena di morte.

India – Il 26 maggio 2024 l’Alta corte dello stato di Kerala ha commutato in ergastolo la condanna a morte di Nino Mathew, che nel 2016 era stato giudicato colpevole dell’omicidio di una bambina e di una donna.

India – Il 6 maggio 2024 l’Alta corte dello stato di Orissa ha commutato in ergastolo la condanna a morte di un uomo che era stato giudicato colpevole di aver stuprato e ucciso, nel 2018, una bambina di sei anni. Nel verdetto è stata riportata questa frase: “Ogni santo ha un peccato alle spalle e ogni peccatore ha un futuro davanti”.

Pakistan – Il 4 giugno 2024 l’Alta corte ha sospeso l’esecuzione di cinque ufficiali della Marina che, nel 2016, erano stati condannati a morte in corte marziale per l’attentato del 2014, nel porto di Karachi, contro una nave adibita a rifornimento della flotta statunitense.

Somalia – Il 20 maggio 2024 un tribunale militare ha ordinato la scarcerazione e l’espulsione di sei cittadini marocchini che, alla fine di febbraio, erano stati condannati a morte per presunti legami col gruppo armato Stato islamico.

Uganda – Il 13 maggio 2024, elencando una serie di circostanze attenuanti, un tribunale d’appello ha commutato in una pena detentiva di sette anni e quattro mesi la condanna a morte di James Opian, che in primo grado, nel 2013, era stato giudicato colpevole dell’omicidio del padre.

Usa – Il 6 maggio 2024, grazie a una nuova legge in vigore nello stato dell’Ohio secondo la quale chi ha gravi problemi di salute non può essere messo a morte, è stata annullata la condanna di Stanley Fitzpatrick. L’esecuzione era stata fissata nel 2018, nel 2020 e nel 2023 ma bloccata per il rifiuto delle aziende farmaceutiche di dare prodotti per l’iniezione letale.

Usa – Il 17 aprile 2024 la Corte d’appello del Texas ha stabilito che non si può mettere a morte Tomas Gallo, autore dell’omicidio di una bambina nel 2001, a causa della sua disabilità mentale. La corte ha poi rilevato che nel processo terminato con la condanna a morte, un medico testimone della pubblica accusa dichiarò il falso sulle condizioni di salute mentale dell’imputato.

Usa – Il 25 marzo 2024 la Corte d’appello dello stato del Texas ha condannato all’ergastolo Randall Mays in un nuovo processo, dopo aver preso atto che la disabilità mentale del detenuto avrebbe reso incostituzionale l’esecuzione della condanna a morte, originariamente emessa nel 2008 per un duplice omicidio.

 

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