L’uso diffuso e improprio di dispositivi a scarica elettrica 

6 Marzo 2025

GUILLAUME SOUVANT/AFP via Getty Images)

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Amnesty International ha pubblicato un nuovo rapporto, intitolato Non riesco ancora a dormire la notte” – L’uso improprio a livello globale dei dispositivi a scarica elettrica, nel quale denuncia che stati e aziende stanno producendo, promuovendo e vendendo dispositivi a scarica elettrica utilizzati per infliggere maltrattamenti e torture. L’organizzazione per i diritti umani chiede l’adozione di un trattato globale, giuridicamente vincolante, per regolamentare la produzione e il commercio incontrollati di equipaggiamenti destinati alle forze di sicurezza.

 

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Il rapporto documenta come le forze di sicurezza utilizzino strumenti come pistole stordenti e manganelli elettrici in strada, alle frontiere, nei centri di detenzione per persone migranti e rifugiate, negli istituti psichiatrici, nelle stazioni di polizia, nelle carceri e in altri luoghi di reclusione.

Questi dispositivi, che infliggono scariche dolorose semplicemente premendo un pulsante, sono usati contro persone manifestanti, studenti, oppositori politici, donne e ragazze (anche in gravidanza), minori e difensori dei diritti umani. Le persone sopravvissute riportano ustioni, intorpidimento, aborti spontanei, disfunzioni urinarie, insonnia, spossatezza e gravi traumi psicologici.

Il rapporto di Amnesty International esamina in particolare il crescente uso improprio delle armi a scarica elettrica, che possono essere impiegate in modo legittimo nelle operazioni di polizia ma che vengono spesso utilizzate in modo scorretto. Sono stati documentati casi di un loro uso non necessario e discriminatorio contro gruppi di persone a rischio, che hanno causato gravi lesioni e, in alcuni casi, persino la morte.

“Le armi a scarica elettrica possono provocare forti dolori, disabilità fisiche permanenti e gravi disturbi psicologici. Un uso prolungato può persino risultare fatale” ha dichiarato Patrick Wilcken, ricercatore di Amnesty International su sicurezza, difesa e forze di polizia.

“Queste armi vengono usate contro persone che non pongono alcun rischio di violenza, semplicemente per punizione o per costringerle a obbedire a un ordine. Vengono inoltre impiegate in modalità drive stun, ossia a contatto diretto, che dovrebbe essere vietata. Nonostante i chiari rischi per i diritti umani legati al loro utilizzo, non esiste una regolamentazione globale sulla produzione e sul commercio di tali dispositivi, che invece dovrebbero essere soggetti a rigorosi controlli basati sul rispetto dei diritti umani. Le armi a scarica elettrica a contatto diretto dovrebbero essere vietate immediatamente”, ha proseguito Wilcken.

L’ampia indagine alla base del rapporto si basa su ricerche condotte da Amnesty International tra il 2014 e il 2024 in oltre 40 stati di tutte le zone del mondo, che hanno documentato casi di maltrattamenti e torture legati all’uso di tali dispositivi.

 

Gruppi a rischio presi di mira con armi a scarica elettrica

Le testimonianze raccolte da Amnesty International sono sconvolgenti.

Durante la rivolta “Donna Vita Libertà” del 2022 in Iran, un battaglione dei Guardiani della rivoluzione ha costretto diversi ragazzi a stare in fila con le gambe divaricate, accanto a detenuti adulti, e ha inflitto loro scariche elettriche ai genitali con pistole stordenti.

In un altro caso, alcuni studenti sono stati arrestati per aver scritto su un muro lo slogan “Donna Vita Libertà”. Uno di loro ha raccontato ad Amnesty International:

“Mi hanno colpito al volto con il calcio di un fucile, mi hanno dato scariche elettriche sulla schiena e mi hanno picchiato con manganelli sotto i piedi e sulle mani…”

Raccontando un’incursione delle guardie di frontiera nel centro di detenzione di Medininkai, in Lituania, il 2 marzo 2022, una persona proveniente dall’Africa subsahariana ha dichiarato: “Ero steso a terra e hanno comunque usato la pistola Taser su di me tre volte, mentre mi colpivano con i manganelli”.

Un’altra persona ha raccontato di essere stata minacciata da agenti di polizia che le hanno premuto una pistola Taser sulla fronte, dicendole: “Sta’ zitto o ti sparo!”.

“Anche quando utilizzate a distanza, le armi a scarica elettrica causano gravi lesioni e, in alcuni casi, la morte. Abbiamo documentato lacerazioni causate dai dardi e loro penetrazioni nel cranio, negli occhi, negli organi interni, nella gola, nelle dita e nei testicoli; ustioni dovute alla scarica elettrica, crisi epilettiche e aritmie oltre a vari tipi di ferite e decessi provocate da cadute”, ha sottolineato Wilcken.

Il rapporto di Amnesty International evidenzia un uso discriminatorio delle armi a scarica elettrica contro gruppi razzializzati ed emarginati, come i giovani neri.

Nell’aprile 2024 ad Atlanta, in Georgia (Usa), la polizia è stata filmata mentre utilizzava una pistola Taser direttamente sulla gamba di un giovane nero, durante una manifestazione di solidarietà con la Palestina, mentre era già immobilizzato a terra da tre agenti e ammanettato.

“Data l’elevata probabilità di lesioni primarie e secondarie, la soglia per consentire l’utilizzo delle armi a scarica elettrica dev’essere molto alta. Queste armi dovrebbero essere impiegate solo in situazioni in cui vi sia una minaccia per la vita o un rischio di lesioni gravi che non possa essere affrontato con mezzi meno estremi”, ha aggiunto Wilcken.

 

L’urgente necessità di divieti e regolamentazione del commercio

Tra gennaio 2018 e giugno 2023, almeno 197 aziende in tutto il mondo hanno prodotto o promosso dispositivi a scarica elettrica a contatto diretto per le forze di sicurezza. Di queste, la maggior parte è situata in stati come Cina, India e Stati Uniti d’America.

Secondo l’azienda statunitense Axon Enterprise, Inc., i modelli a marchio Taser sono attualmente utilizzati da oltre 18.000 agenzie per il mantenimento dell’ordine pubblico in più di 80 stati.

“È urgente adottare un trattato giuridicamente vincolante che vieti le armi a scarica elettrica a contatto diretto e imponga un rigoroso controllo sul commercio su tutti gli altri dispositivi a scarica elettrica. Le aziende devono adottare misure efficaci di due diligence e di mitigazione per garantire che i loro prodotti e servizi non vengano sistematicamente utilizzati per compiere maltrattamenti e torture. Questo vuol dire cessare la produzione di armi a scarica elettrica a contatto diretto e la rimozione della modalità drive stun da tutti gli altri dispositivi a scarica elettrica”.

Amnesty International, insieme a una rete globale di oltre 80 organizzazioni della società civile, sta portando avanti una campagna per l’adozione di un Trattato sul commercio libero dalla tortura, contenente divieti e controlli globali su un’ampia gamma di equipaggiamenti destinati alle forze di sicurezza, comprese le armi e i dispositivi a scarica elettrica.

 

Ulteriori informazioni

Nel settembre 2017, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Unione europea, Argentina e Mongolia hanno lanciato l’Alleanza per un commercio libero dalla tortura. L’Alleanza attualmente comprende 62 stati di tutte le regioni del mondo, impegnati ad “agire insieme per prevenire, limitare e porre fine al commercio” di prodotti utilizzati in particolare per compiere maltrattamenti e torture.

Nell’ottobre 2023, il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura ha presentato all’Assemblea generale un rapporto tematico sul commercio di dispositivi di tortura, sostenendo la necessità di uno strumento giuridicamente vincolante per regolamentare la produzione e il commercio di equipaggiamenti destinati alle forze di sicurezza e includendo elenchi di prodotti da considerare vietati o da sottoporre a controlli.

Il rapporto di Amnesty International fa parte di una serie di approfondite ricerche sul devastante impatto degli equipaggiamenti di polizia sui diritti umani; i precedenti studi hanno riguardato l’uso di gas lacrimogeni, manganelli, proiettili di gomma e il commercio di armi meno letali impiegate per reprimere le proteste.