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Il rapporto pubblicato il 13 marzo dalla Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sul Territorio palestinese occupato e su Israele ha dichiarato che, dall’ottobre 2023, Israele ha sistematicamente fatto ricorso alla violenza sessuale, riproduttiva e ad altre forme di violenza di genere, commettendo “atti di genocidio” contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza. Inoltre, ha distrutto le strutture di assistenza sanitaria, incluse quelle dedicate alla salute riproduttiva, e impedito l’accesso ai servizi medici correlati.
Questo è il commento alle conclusioni del rapporto da parte di Lauren Aarons, alta consulente di Amnesty International su genere, conflitti e giustizia internazionale:
“Si tratta di un’altra chiara illustrazione dell’impatto devastante del genocidio israeliano nella Striscia di Gaza e dell’uso della violenza di genere per opprimere le donne e le ragazze nel Territorio palestinese occupato e dell’uso della violenza sessuale per perpetuare l’oppressione contro persone palestinesi di tutti i generi, soprattutto nei centri di detenzione”.
“Questo rapporto, che denuncia ancora una volta gli orrori dei crimini di atrocità israeliana nella Striscia di Gaza e il loro particolare impatto sulle donne, segue quello pubblicato da Amnesty International nel dicembre 2024 sugli atti di genocidio commessi dalle autorità israeliane”.
“Le donne palestinesi della Striscia di Gaza sono state sottoposte a tutta una serie di danni fisici e mentali riferiti al loro genere, comprese la violenza riproduttiva e altre forme di violenza di genere”.
“Anche dopo che era entrata in vigore la prima fase del cessate il fuoco, le terribili condizioni di vita inflitte da Israele durante la sua offensiva hanno continuato ad avere un impatto sproporzionato sulle donne e sulle ragazze palestinesi, come i danneggiamenti e le distruzioni di abitazioni, strutture sanitarie, tra le quali reparti di maternità, centri per la salute materna e altre infrastrutture salva-vita, così come rifugi atti a proteggere le donne e le ragazze dalla violenza di genere. La decisione israeliana di bloccare completamente l’ingresso degli aiuti umanitari negli ultimi 12 giorni ha ulteriormente peggiorato la catastrofica condizione delle donne e delle ragazze. Anche prima dell’imposizione di queste misure – che sono una chiara forma di punizione collettiva – Israele aveva vietato l’ingresso di case mobili e di macchinari per rimuovere le macerie”.
“Ciò significa che centinaia di migliaia di donne e ragazze continuano a vivere in condizioni drammatiche, in tende o in scuole sovraffollate, esposte alla violenza e con poco accesso all’acqua pulita, il ché contribuisce alla crisi igienica”.
“Persone palestinesi uscite dai centri di detenzione israeliane hanno riferito ad Amnesty International che sono state sottoposte a torture e violenza sessuale”.
“La pubblicazione del rapporto della Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sul Territorio palestinese occupato e su Israele deve sollecitare la comunità internazionale ad agire con urgenza per proteggere i diritti delle donne e delle ragazze palestinesi e a reagire ai crimini per motivi di genere commessi contro donne e uomini. Oltre a un cessate il fuoco duraturo, occorrono misure immediate per riparare ospedali, cliniche e strutture sanitarie. Israele deve porre fine al suo assedio genocida contro la Striscia di Gaza occupata e ripristinare le forniture di energia elettrica; deve anche annullare i divieti imposti all’Unrwa, il cui operato è fondamentale per affrontare la catastrofe umanitaria e i bisogni delle donne e delle ragazze”.
“Nessuna discussione sui diritti umani sarà possibile senza agire contro decenni di impunità israeliana per le violazioni commesse contro la popolazione palestinese. Il mondo deve agire per assicurare giustizia a tutte le persone palestinesi e ripristinare un po’ di fiducia nel diritto internazionale per tutti e per tutte”.