© Karolina Domagalska
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Il 13 febbraio la Corte d’appello ha annullato, ordinando un nuovo processo, la condanna inflitta in primo grado nel 2023 a Justyna Wydrzyńska a otto mesi di servizi sociali.
Justyna Wydrzyńska, tra le fondatrici dell’associazione Abortion Dreem Team, era stata condannata per aver aiutato, nel 2020, una donna che aveva subito violenza domestica a procurarsi una pillola abortiva.
Un anno dopo le erano stati contestati i reati di “assistenza all’aborto” e “possesso non autorizzato di medicinali allo scopo di introdurli sul mercato”.
La Corte d’appello ha concluso che Justyna Wydrzyńska non ha ricevuto un processo equo perché il giudice del tribunale di primo grado non era stato oggetto di nomina indipendente.
La Polonia ha una delle leggi in materia di aborto più restrittive d’Europa. L’aborto è legale solo quando la vita della persona incinta è in pericolo o quando la gravidanza è la conseguenza di stupro o incesto. Abortire autonomamente o possedere pillole abortive non sono reati di per sé, ma è un reato aiutare persone ad abortire al di fuori dei due soli casi previsti.