Tempo di lettura stimato: 2'
Il 22 ottobre la Corte costituzionale della Polonia ha dichiarato incostituzionale l’accesso all’aborto in caso di “gravi e irreversibili malformazioni fetali o malattie incurabili che minaccino la vita del feto“: una sentenza che – come hanno commentato Amnesty International, il Centro per i diritti riproduttivi e Human Rights Watch – danneggerà ulteriormente le donne e le ragazze e violerà i loro diritti umani.
“La sentenza è il risultato di un attacco sistematico e coordinato dei parlamentari polacchi ai diritti delle donne, il cui obiettivo è di vietare del tutto l’aborto nel paese. Il divieto di aborto non previene l’aborto né riduce i tassi di aborto. Al contrario, costringe le donne ad abortire clandestinamente o a viaggiare all’estero per poter abortire“, ha dichiarato Esther Major, consulente per la ricerca di Amnesty International.
La Polonia aveva già una delle leggi sull’aborto più restrittive d’Europa. In seguito a questa decisione, l’interruzione di gravidanza è consentita solo per tutelare la vita o la salute della donna o quando la gravidanza sia la conseguenza di uno stupro. Anche nei casi in cui l’aborto sia legale, nella pratica quotidiana ci sono molteplici ostacoli e limitazioni da superare.
Il Partito diritto e giustizia, al potere dal 2015, ha più volte cercato di restringere i diritti sessuali e riproduttivi, presentando anche una proposta di legge per vietare del tutto l’aborto. Questi tentativi hanno scatenato proteste di massa e la condanna da parte delle istituzioni europee e degli organismi internazionali sui diritti umani. Parallelamente, i governi espressi dal partito di maggioranza hanno anche indebolito l’indipendenza della Corte costituzionale e la sua capacità di controbilanciare i poteri dell’esecutivo.
Vietare o criminalizzare l'aborto non fermerà gli aborti, ma li renderà solo meno sicuri. Ieri la la Corte costituzionale in Polonia ha reso la legge ancora più restrittiva, vietando l’interruzione di gravidanza anche in caso di gravi malformazioni del feto pic.twitter.com/pgiqyd23Lw
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) October 23, 2020