Pexels - Pixabay
Tempo di lettura stimato: 3'
Oggi, 5 marzo, si apre a Crotone il processo a carico di sei militari della Guardia di finanza e della Guardia costiera, accusati di naufragio e omicidio colposo plurimo per i fatti avvenuti nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro, quando 94 persone persero tragicamente la vita a pochi metri dalle coste calabresi.
“Il processo che inizia oggi sarà cruciale per accertare le responsabilità individuali. È importante sottolineare che il naufragio di due anni fa, l’ennesimo nel Mediterraneo centrale – che continua a essere la rotta migratoria più mortale al mondo – rientra in un quadro di responsabilità molto più ampio di quelle meramente individuali e che attengono a un approccio politico e normativo che ostacola chi tutela i diritti umani e criminalizza le persone migranti”, ha dichiarato Serena Chiodo, coordinatrice campagne di Amnesty International Italia.
Amnesty International Italia rinnova la richiesta di verità e giustizia per le 94 vittime accertate, tra cui 34 minorenni, provenienti da Iran, Afghanistan, Pakistan e Siria, e per i loro familiari. Le persone che hanno perso la vita nel naufragio di due anni fa hanno affrontato un viaggio lungo e pericoloso per fuggire da contesti di crisi e chiedere protezione internazionale, non avendo modo di farlo in sicurezza: proprio l’assenza di canali di ingresso regolari e sicuri mina il diritto all’asilo.
“Chiediamo un cambio di rotta: per combattere davvero il traffico di esseri umani e tutelare realmente i diritti è necessario depenalizzare il reato di ingresso irregolare previsto dall’art. 10 del Testo Unico sull’immigrazione, garantire vie legali e sicure per chi fugge da conflitti, persecuzioni e contesti di crisi, e rimuovere qualsiasi ostacolo alle attività di ricerca e soccorso delle Ong, che proprio per il loro operato si configurano come difensori dei diritti umani”, ha concluso Chiodo.