“Storia di un no”, uno spettacolo sul consenso

23 Aprile 2025

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A dicembre dello scorso anno siamo stati invitati dal teatro Sala Umberto di Roma a vedere con un gruppo di ragazze e ragazzi delle scuole secondarie Storia di un No, uno spettacolo sul tema del consenso tra adolescenti. Alla fine della rappresentazione era previsto un dibattito. La storia parla di tante cose: amore, amicizia, rapporti tossici tra coetanei, violenza assistita, bullismo e molto altro.

I due protagonisti si muovono con leggerezza tra i tanti problemi che affliggono le persone adolescenti (e non solo), cercando di trovare la propria strada, osservando gli adulti e i coetanei, discutendo, ridendo e arrabbiandosi, in un percorso a ostacoli che si conclude con Martina, la giovane protagonista, che pronuncia quel NO liberatorio che la renderà finalmente felice. Al termine dello spettacolo, dopo i tanti meritati applausi, abbiamo assistito a un momento magico e inaspettato: le ragazze e i ragazzi seduti in platea hanno cominciato a raccontare delle relazioni tossiche che hanno vissuto, di quella volta che sull’autobus si sono sentite violate, della difficoltà di vivere in una famiglia dove spesso si alza la voce. La forza di Storia di un No è questa: parlare un linguaggio molto vicino a quello delle persone giovani e raccontare situazioni reali, che noi tutti e tutte almeno una volta abbiamo vissuto o ascoltato dalla voce di un’amica o un amico.

Abbiamo chiesto ad Annalisa Arione e Dario de Falco, i due autori e attori di raccontarci come è nato lo spettacolo:

“Storia di un No nasce da un’urgenza forte e personale: parlare di violenza di genere attraverso le emozioni, usandole come bussola per orientarci nel mare in cui tutti ci troviamo a nuotare. Abbiamo discusso a lungo tra noi, letto moltissimi libri (tra cui Stai zitta di Michela Murgia e Dovremmo essere tutti femministi di Chimamanda Ngozi Adichie, ne citiamo due, ma la lista è lunga! Se volete la bibliografia, scriveteci su Instagram) e poi siamo entrati nelle classi. Con le persone preadolescenti e adolescenti dei nostri corsi di teatro abbiamo affrontato questi temi e scoperto quanto fosse forte il loro bisogno di parlarne e ascoltare per capire. Rispetto a quando eravamo adolescenti noi, hanno un vocabolario affettivo più ampio e strumenti migliori per riconoscere relazioni disfunzionali. Eppure, metterli in pratica è ancora difficile. Nessuna ragazza era senza una storia da raccontare. E nessun ragazzo, dopo avere ascoltato, ha mancato di chiedere: io cosa posso fare? Storia di un No è nato così: intrecciando le nostre esperienze personali con le storie che le ragazze e i ragazzi ci hanno donato, e mescolando tutto con una buona dose di speranza. Non per immaginare un mondo perfetto, ma uno in cui tutte e tutti abbiano strumenti per migliorare e responsabilizzarsi”.

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