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Amnesty International e altre 34 organizzazioni per la libertà di stampa, la libertà d’espressione e i diritti umani hanno condannato l’arresto, avvenuto il 25 luglio, di Sibel Yükler (direttore di T24), Delal Akyüz e Fırat Can Arslan (redattori della Mezopotamya Agency), Evrim Kepenek (direttore di Bianet) e del freelance Evrim Deniz.
Quattro dei cinque giornalisti sono stati scarcerati con la condizionale, mentre Aslan rimane in carcere.
A causare gli arresti sarebbero stati una serie di post riguardanti l’assegnazione a nuovo incarico di un magistrato e di una giudice precedentemente incaricati di un’indagine su 18 giornalisti di Diyarbakır.
I cinque giornalisti sarebbero accusati di aver “rivelato, pubblicato [informazioni] e preso di mira un pubblico ufficiale nello svolgimento dei suoi atti dovuti contro il terrorismo”, ai sensi dall’articolo 6.1 della Legge antiterrorismo, regolarmente usato per ridurre al silenzio le voci critiche e per questo già criticato dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa.
Secondo le 35 organizzazioni, il fatto che il magistrato incaricato dell’atto d’accusa contro i 18 giornalisti sia sposato con la giudice che avrebbe dovuto presiedere il processo e la notizia sull’assegnazione ad altri incarichi di entrambi, sono informazioni di interesse pubblico. Il fatto che siano state rese note rientrerebbe quindi nell’attività giornalistica.
Secondo il Sindacato dei giornalisti della Turchia, alla data del 12 luglio 2023 erano 20 i giornalisti in carcere nel paese.
Questo è l’elenco delle organizzazioni firmatarie della dichiarazione: