Tempo di lettura stimato: 4'
Il 6 febbraio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato sanzioni contro la Corte penale internazionale. Questo è il commento di Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International:
“Questo atto sconsiderato manda a dire che Israele è al di sopra della legge e dei principi universali della giustizia internazionale e lascia intendere che il presidente Trump approva i crimini israeliani ed è favorevole all’impunità”.
“L’ordine esecutivo del presidente Trump è un gesto aggressivo, vendicativo e brutale che cerca di compromettere e distruggere ciò che la comunità internazionale ha faticosamente costruito per decenni, se non per secoli: regole globali applicabili a ogni persona allo scopo di dare giustizia a ogni persona. Le sanzioni decise ieri costituiscono un altro tradimento della nostra umanità comune”.
“Gli Usa sono pronti a punire un’istituzione che assicura che le persone maggiormente responsabili di atrocità non evadano la giustizia. Nessuna persona responsabile di crimini di diritto internazionale dovrebbe essere protetta o aiutata nel suo tentativo di farla franca, tanto meno con l’assistenza del governo statunitense, frutto delle alleanze politiche del presidente Trump”.
“In un momento della storia in cui stiamo assistendo a un genocidio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, all’aggressione della Russia contro l’Ucraina e a molteplici minacce contro lo stato di diritto a livello globale, istituzioni come la Corte sono necessarie più che mai per far progredire la protezione dei diritti umani, prevenire future atrocità e dare giustizia alle vittime”.
“Questo attacco alla Corte ha lo scopo di danneggiare la ricerca indipendente della giustizia internazionale. Le sanzioni minacceranno i tentativi di chiamare le persone a rendere conto del loro operato, un elemento fondamentale della sicurezza globale e a lungo termine. Rafforzerà gli autori di crimini passati, presenti e futuri. Avrà un impatto negativo sugli interessi di tutte le vittime a livello globale e in particolare di quelle dei luoghi su cui la Corte sta svolgendo indagini, come il Darfur, la Libia, le Filippine, la Palestina, l’Ucraina e il Venezuela”.
“La Corte ha un ruolo fondamentale nell’indagare sui crimini di diritto internazionale, spesso commessi persone particolarmente potenti in situazioni in cui, se non venisse coinvolta la Corte, i loro autori beneficerebbero di un’impunità permanente. Le sanzioni sono un affronto ai 125 stati membri che hanno deciso collettivamente che la Corte dev’essere in grado di perseguire efficacemente la giustizia: questo significa che deve poter svolgere funzioni giudiziarie indipendenti come emettere mandati d’arresto, ad esempio, contro Benjamin Netanyahu o Vladimir Putin”.
“I governi del mondo e le organizzazioni regionali devono fare tutto ciò che è in loro potere per mitigare o annullare gli effetti delle sanzioni del presidente Trump. Attraverso un’azione collettiva e concertata, gli stati membri della Corte possono proteggere tanto questa quanto il suo personale. Mai come ora, occorre agire immediatamente”.